Metodo-montessori

L’acronimo DSA individua i disturbi specifici dell’apprendimento, ossia quei disturbi connessi a determinate problematiche relative allo sviluppo cognitivo e all’apprendimento scolastico. Questi disturbi riguardano tre abilità connesse con la lettura, la scrittura ed il calcolo matematico.

I DSA interessano una percentuale sempre maggiore di giovani studenti; è ancora difficile individuare un metodo che possa portare ad una univoca identificazione del disturbo, sebbene la maggioranza dei professionisti ritiene che questi possano essere associati a problemi di natura neurologica.

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E’ bene tener presente che la principale caratteristica di queste difficoltà consiste nel fatto che il disturbo interessi solo determinati aspetti connessi alle capacità scolastiche, quali le abilità di ascolto, espressione orale, di lettura, ragionamento o calcolo matematico; questo, nonostante le condizioni generali degli studenti siano comunque normali ed adeguate al contesto scolastico e sociale in cui vivono.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono assumere un ruolo importante in alcune attività quotidiane dei giovani studenti.

La dislessia

La dislessia è il disturbo che limita la capacità nella lettura del testo, seppur lasciando intatta la capacità di comprendere il significato delle parole e di leggere nella mente, ma non a voce alta.

La disgrafia è il disturbo che limita la capacità di scrittura e di riprodurre correttamente le lettere di una parola e di seguire uno schema di scrittura ordinato. Una variante è la disortografia, che si manifesta quando le lettere sono foneticamente e graficamente simili.

La discalculia è il disturbo che limita la capacità di procedere al calcolo numerico, rimando intatte le altre capacità di lettura e scrittura delle lettere.

Dato che la capacità intellettiva dei ragazzi non viene intaccata, è possibile intraprendere un trattamento compensativo al fine di risolvere il problema. Alcuni studenti riescono a sopperire autonomamente alla mancanza di alcune abilità, scegliendo determinati esami o prediligendo forme di espressione scritta piuttosto che orale o viceversa.

Ma il ruolo dell’insegnante svolge sempre un compito di primaria importanza nella realizzazione di un trattamento adeguato e personalizzato in base alle difficoltà del ragazzo. Tuttavia, l’impegno dell’insegnante può non essere sufficiente, dovendo districarsi tra una pluralità di alunni. Per questo è consigliabile l’utilizzo di modalità di insegnamento che si avvalgono di metodiche alternative, come il metodo Montessori che sarà tanto più efficace quanto più precoce.

Il Metodo Montessori

La pedagogista Maria Montessori nei primi anni del secolo scorso creò un metodo di insegnamento innovativo e rivoluzionario. Questo metodo, che da lei prende il nome, poneva in risalto il bambino e le sue esigenze di maturare secondo i tempi personali, prima ancora dei risultati scolastici.

La Montessori aveva creato delle “case dei Bambini“. Gli ambienti e gli insegnamenti attraverso i suoi metodi dovevano rispecchiare tempi ed esigenze dei bambini, senza ricorrere a premi e punizioni, ma solleticando l’interesse attraverso la creatività.

Ad oltre cento anni dalla sua realizzazione il Metodo Montessori è più che mai attuale. Il metodo favorisce il più importante dei processi mentali secondo la Montessori: la libertà di scelta; ciò aiuta lo sviluppo delle facoltà cognitive del bambino che si sente al contempo stimolato dalla possibilità di compiere autonomamente le proprie scelte.

La validità del metodo Montessori nel trattamento dei DSA consta nell’aver compreso che il bambino impara più facilmente attraverso il gioco e gli strumenti che lo divertono.

Gioco ma soprattutto insegnamento con il metodo Montessori

Alternando gioco e insegnamento delle materie, lo studente apprende di più e ogni nuova nozione viene memorizzata in maniera più radicata. Al contempo l’alternanza di studio e svago non viene percepita come noiosa, ma in senso partecipativo. E per questo il bambino imparerà più piacevolmente e con interesse.

Nel metodo Montessori il bambino viene stimolato, ma secondo i propri ritmi ed è ampiamente consigliato per il trattamento di tutti i casi di DSA. Il metodo è di grande aiuto anche in ambito domestico; i genitori, infatti, comprese le necessità dei figli possono alternare gioco ed apprendimento come fa a scuola l’insegnante, garantendo qualche momento di svago, e coinvolgendo il figlio nei compiti che altrimenti risulterebbero noiosi e difficili. Il metodo finirà anche con il rafforzare il rapporto tra genitori e figli, che condivideranno le emozioni attraverso il gioco.

L’obiettivo del metodo Montessori

L’obiettivo del metodo è l’educazione e lo sviluppo del bambino in essere umano adulto consapevole, capace di superare gli ostacoli operando delle scelte autonome. E in questo percorso di sviluppo l’adulto è al suo fianco: l’educatore deve capire il momento giusto per intervenire con discrezione senza sostituirsi al bambino ed evitando di indirizzare le sue scelte. Questa libertà però, deve avere dei confini precisi; a nessuno è consentita la sopraffazione o la violenza verso un altro bambino.

La Montessori richiama anche gli educatori a non interferire nello sviluppo dei bambini. Ognuno di essi deve gestire i propri tempi di maturazione, che verrà raggiunta solo attraverso la personale esperienza.

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