“È come cercare di smettere di fumare”. Secondo una ricerca, un adulto su sette e un bambino su otto potrebbero avere una dipendenza da alimenti ultra-processati che non permette di smettere di mangiare questi cibi.
Ebbene si, biscotti, gelati e bevande gassate possono creare dipendenza quanto alcol e sigarette. Cosa accade al nostro corpo e come possiamo liberarci da questa abitudine? Scopriamolo insieme.
Dipendenza da alimenti ultra-processati
Ti è mai capitato di aprire un pacchetto delle tue patatine preferite e di decidere di non mangiarle tutte? Magari ne prendi qualcuna e le metti a posto, ma il pacchetto aperto inizia a tormentarti e allora non riesci a concentrarti fino a quando non lo riapri e non lo svuoti fino all’ultima briciola. E magari te ne rendi anche conto, ma puntualmente lo rifai.
Forse per te non saranno patatine, ma cioccolata, gelati o bibite zuccherate. Tutti alimenti ultra-processati (UPF) estremamente dannosi per la salute, che allo stesso tempo sono attraenti e iper-appetibili. Bene, non è colpa tua. Ora i ricercatori sostengono che non solo è difficile resistere a questi cibi, ma addirittura che gli UPF creano dipendenza.
Un’analisi di 281 studi in 36 paesi condotti da scienziati di Stati Uniti, Spagna e Brasile, pubblicata sulla rivista scientifica BMJ, ha rilevato che il 14% degli adulti e il 12% dei bambini soffrono di dipendenza alimentare e che il cibo di cui sono dipendenti fa parte della categoria degli UPF.
Gli autori dell’articolo hanno proposto l’esempio di una porzione di salmone e una barretta di cioccolato. Nel salmone il rapporto carboidrati/grassi è circa 0 a 1. La barretta di cioccolato, invece, ha un rapporto carboidrati/grassi di 1 a 1, che sembra aumentare il potenziale di dipendenza di un alimento.
“Molti cibi ultra-processati hanno livelli più alti di entrambi. Questa combinazione ha un effetto diverso sul cervello”, ha affermato una degli autori, Alexandra Di Feliceantonio, professoressa associata presso il Fralin Biomedical Research Institute negli Stati Uniti.
Insomma, gli alimenti ultra-processati causano dipendenza e possono avere lo stesso effetto delle droghe su persone che sperimentano voglie intense, come la voglia di dolci, sintomi di astinenza e consumo continuato nonostante le conseguenze pericolose del consumo di questi alimenti.
La scala della dipendenza da UPF
Per misurare l’entità del problema, la Prof.ssa Ashley Gearhardt dell’Università del Michigan ha creato la Yale Food Addiction Scale nel 2009. La ricercatrice ha usato i criteri criteri diagnostici standard per varie tipologie di droghe, per poi applicarli al cibo. Lo studio è stato usato anche per misurare i comportamenti e i sintomi di astinenza, come esposto in un recentissimo articolo scientifico su questo argomento.
I criteri impiegati hanno riguardato comportamenti rivelatori di dipendenza, come assunzione eccessiva, perdita di controllo, voglie, uso continuato nonostante le conseguenze negative e astinenza. Se una persona manifesta due o più sintomi nell’ultimo anno, è classificata come dipendente da cibo.
La dottoressa Gearhardt ha raccontato di pazienti che pur conoscendo i rischi dei cibi ricchi di zucchero, come amputazione e cecità per chi soffre di diabete di tipo 2, non riescono a smettere di mangiarli. Ad esempio, un paziente non riusciva a fermarsi a una sola ciambella, ma mangiava l’intera scatola, dicendo “Non riesco a resistere”. Gearhardt ha paragonato casi del genere a quelli di persone con cancro ai polmoni che non riescono a smettere di fumare.
Di cosa è dipendente il 14% di noi? Di cibi ricchi di carboidrati raffinati e/o grassi aggiunti. Gli UPF sono definiti come “cibi prodotti industrialmente contenenti ingredienti non disponibili nelle cucine domestiche”. Dolci e snack salati e in genere ogni tipo di cibo spazzatura, progettati per il piacere, causano dipendenza a livelli più alti rispetto a latti vegetali e alternative alla carne, anche se questi ultimi sono comunque ultra-processati.
Il pericolo per la salute che deriva dal consumo di questo tipo di cibo ha portato a proporre da più parti l’inserimento di avvertenze sugli alimenti ultra-processati come accade con le sigarette. L’allarme è particolarmente elevato a causa del rischio cardiometabolico sui bambini dovuto proprio al consumo di UPF.
Quali sono gli alimenti ultra-processati che causano dipendenza?
Il dott. Chris van Tulleken, autore di “Ultra-Processed People”, sostiene che gli UPF non sono veramente cibo. Il loro scopo principale è il profitto, oltre alla crescita finanziaria. Gearhardt concorda, affermando che il nostro sistema di sopravvivenza è andato in iper-overdrive a causa degli UPF, che causano un picco di dopamina simile a quello di alcol e nicotina.
Un altro fattore di dipendenza potrebbe essere rappresentato dagli additivi negli UPF. Come le sigarette contengono additivi per migliorare il sapore e aumentare la dipendenza, anche gli UPF utilizzano additivi per aumentare i gusti dolci e salati e migliorare la consistenza.
La dipendenza da UPF non è ancora una diagnosi ufficiale e non esiste un trattamento specifico. Il dott. Fernando Fernandez-Aranda, che cura disturbi alimentari e dipendenze comportamentali, afferma che potremmo dover introdurre nuovi modelli di trattamento che includano la prevenzione delle ricadute e la desensibilizzazione di fronte a specifici alimenti.
Soluzioni alla dipendenza da alimenti ultra-processati
Ma cosa possiamo fare subito se siamo preoccupati per la dipendenza da UPF? “Cercare di smettere di usare gli UPF è come cercare di smettere di fumare”, ha affermato Van Tulleken. Gli UPF sono ovunque e costituiscono più della metà della normale dieta nei Paesi industrializzati.
Il primo suggerimento è quello di leggere l’elenco degli ingredienti mentre mangi. “Chiediti: questo è davvero cibo? Puoi passare rapidamente dalla dipendenza al disgusto”. In ogni caso, il primo passo è riconoscere che esiste un problema e, se necessario, cercare un valido aiuto medico.
Perché è importante comprendere se siamo dipendenti dagli UPF? Le conseguenze della dipendenza sono decisamente gravi e includono disfunzione neurale, impulsività e una peggiore salute fisica e mentale. Van Tulleken afferma che una cattiva alimentazione ha superato il tabacco come principale causa di morte prematura.
Gli esperti concordano sul fatto che la dipendenza da alimenti ultra-processati non può essere risolta dai singoli individui. Dobbiamo cambiare l’ambiente e responsabilizzare l’industria alimentare. Ad esempio, tassare le bevande zuccherate e applicare etichette di avvertenza sugli UPF come le etichette PACE potrebbe ridurre significativamente il loro consumo.
La scoperta più preoccupante è che il 12% dei bambini è dipendente dagli UPF. in un contesto che vede un vertiginoso aumento dell’obesità infantile. Nell’ottica della ricerca di soluzioni adeguate, è fondamentale smettere di commercializzare questi alimenti ai bambini, che sono il gruppo più vulnerabile e senza protezione.
In definitiva, anche se la maggior parte di noi non è dipendente dagli UPF, quasi tutti potrebbero avere un rapporto malsano con questi cibi. Riconoscere e affrontare il problema è il primo passo verso una vita più sana e equilibrata.