Sono le due di notte e non dormi bene da tre notti di fila. Ti viene una fame improvvisa e pensi che un po’ di latte caldo ti farà addormentare. Ma ecco che subito “cambi idea” e ti ritrovi ad ingurgitare un enorme biscotto gelato o qualsiasi altro cibo spazzatura ti capiti sotto tiro. Ti è mai capitato?
Bene, sappi che a tutto questo c’è una ragione scientifica. “Quando sei privato del sonno non ti viene certo da pensare ‘Voglio delle carote'”; così ha affermato Erin Hanlon, neuroscienziata comportamentale che studia la connessione tra i sistemi cerebrali e il comportamento all’Università di Chicago. “Desideri dolciumi, cibi salati e amidaceei”, continua la scienziata.
Biscotti, caramelle, patatine. Insomma, cibi spazzatura o in inglese junk foods. Si tratta di alimenti che hanno una o più delle seguenti caratteristiche: elevato apporto calorico, scarso se non scarsissimo valore nutrizionale, alta presenza di sodio e di glucidi raffinati, nonché di colesterolo e grassi saturi. Cibi decisamente malsani, se si considera che da più parti di propone di inserire avvertenze sugli alimenti ultra-processati come accade per il tabacco.
Cibo spazzatura: il desiderio arriva da lontano
Qual è il rapporto tra stanchezza da mancanza di sonno e cibo spazzatura? La risposta viene dalla notte dei tempi, quando l’uomo ha scavato per la prima volta la terra per trovare tuberi ricchi di amido. Possiamo dire in parole povere che la mancanza di sonno innesca alcuni meccanismi antichi che hanno portato a desiderare cibi dolci e grassi.
Dal punto di vista della evoluzione, la ricerca di pasti ricchi o grassi ha segnato una svolta importante. L’uomo infatti ha compreso che non poteva averne per tutto il tempo e ha agito di conseguenza.
Accade anche oggi: se pensi ad una festa o, al contrario, a un periodo di carestia, consumare un pasto ricco di carboidrati è certamente un qualcosa che il cervello in quel momento è portato a desiderare fortemente. Come se tentasse di mettersi a posto facendo scorta di alimenti più ricchi.
Solo nell’ultimo periodo storico l’uomo è riuscito ad avere la disponibilità immediata e costante di cibi ad alto contenuto di grassi saturi e carboidrati; il nostro cervello, invece, non si è evoluto così rapidamente da “stare dietro” alla possibilità di trovare alimenti che solo oggi sono diventati immediatamente disponibili.
Sistema endocannabinoide e junk foods
Il nostro bisogno di mangiare è controllato da due ormoni, la leptina e la grelina. La prima sopprime l’appetito e dunque contribuisce alla perdita di peso. La seconda, al contrario, aumenta la fame e porta ad un aumento di peso. Ma cosa c’entra tutto questo con il rapporto tra sonno e cibo spazzatura?
Ebbene, quando siamo privati del sonno la ricerca ha dimostrato che i livelli di grelina risultano maggiori mentre la leptina diminuisce. Il risultato è un aumento della fame.
Questo però non basta ancora a spiegare perché in preda ad un attacco di sonno si scatena la fame di cibo spazzatura e non, ad esempio, quella di una sana e semplicissima mela.
La spiegazione è da ricercarsi invece iun altro sistema del corpo, il sistema endocannabinoide. Il suo ruolo è quello di mantenere il nostro organismo in omeostasi e riesce a regolare tutto, dal sonno alla fame, dal dolore all’infiammazione e così via.
La scienza solo di recente ha scoperto i primi recettori dei cannabinoidi nel nostro corpo. Ciò nonostante, è un sistema antico che funziona più o meno come gli attacchi di fame nervosa indotti da cannabinoidi esterni.
Voglia da cibo spazzatura e mancanza di sonno
Ma cosa c’entra questo sistema con la fame? Ebbene, gli endocannabinoidi in regioni specifiche del cervello degli animali li induce a mangiare. E uno studio ha messo in stretta correlazione il sistema endocannabinoide con il desiderio smodato di darsi allo junk food. In altre parole, potrebbe essere proprio questo sistema ad innescare la voglia di dolci e cibi grassi.
In questo contesto, la privazione del sonno ha una sua incidenza concreta sulle scelte alimentari. In uno studio scientifico del 2016 sono stati confrontati i livelli circolanti di 2-AG, uno degli endocannabinoidi più abbondanti, nelle persone che avevano avuto quattro notti di sonno normale, con le persone che avevano dormito solo 4-5 ore a notte.
I risultati? Le persone private del sonno hanno registrato un aumento decisamente maggiore di fame e di appetito e hanno registrato concentrazioni pomeridiane di 2-AG molto più elevate delle persone che dormivano bene. Inoltre, le persone che avevano dormito poco hanno avuto difficoltà a controllare i loro impulsi verso il cibo spazzatura, cercando spuntini ricchi di grassi e carboidrati.
Il perchè di tutto questo? Ancora non è stato scoperto esattamente il legame tra le abitudini alimentari sbagliate e la stanchezza. Questo ci porta a immaginare che almeno nel breve periodo non ci sarà una pillola magica per impedire la ricerca smodata di cibo spazzatura nelle persone stanche o sotto stress. Sicuramente esiste una dipendenza da alimenti ultra-processati che favorisce questo fenomeno.
Pillole o miracoli a parte, una volta appreso che questa correlazione volenti o nolenti esiste, quello che concretamente possiamo fare per ridurre la voglia di cibo spazzatura c’é: dormire di più.
Conoscevi questi studi? Scrivici la tua opinione nei commenti!