Secondo un nuovo studio, le etichette alimentari che indicano le calorie dei cibi dovrebbero includere la quantità di esercizio fisico necessaria per bruciare quelle calorie. Vi sembra troppo? Forse no e probabilmente presto le nuove etichette con attività fisica arriveranno sugli scaffali dei nostri supermercati.
La spinta arriva da alcuni ricercatori nel Regno Unito, secondo cui l’introduzione di questo nuovo sistema di etichettatura sarà effettivamente più semplice da capire. L’obiettivo è quello di rendere più probabile che i consumatori evitino cibi ipercalorici illustrando cosa significano i conteggi calorici nella vita reale.
Etichette alimentari PACE: calorie e attività fisica per bruciarle
Il sistema di etichettatura proposto si chiama PACE ed è l’acronimo di Physical activity calorie equivalent. Indica, appunto, l’equivalente calorico in termini di attività fisica necessaria per bruciare le calorie del prodotto confezionato. Ai consumatori vengono mostrati esempi di attività che sarebbero necessarie per bruciare l’apporto calorico di un determinato alimento. In realtà questo sistema non è una novità e attualmente è molto popolare nelle app, ma i ricercatori stanno spingendo affinché sia più diffuso. Sulle etichette nutrizionali gli acquirenti saranno in grado di sapere quanti minuti di esercizio dovrebbero fare per bruciare le calorie di quel cibo. Sulla confezione ad esempio si potrebbe leggere: “Le calorie contenute in questo snack richiedono 90 minuti di camminata per essere bruciate”.
L’idea funzionerà? Sembra che il pubblico intervistato nel Regno Unito non ne sia troppo convinto. Nonostante la maggioranza abbia dichiarato che le etichette alimentari con attività fisica equivalente possano aiutare ad evitare cibi ipercalorici, continuerebbero ad attenersi alle vecchie etichette con i semafori. “Le etichette nutrizionali aiutano le persone a fare scelte alimentari e l’etichettatura a semaforo è lo standard del Regno Unito”, ha affermato la coautrice dello studio Amanda Daley, professore alla Loughborough University, in una dichiarazione. “Tuttavia, molte persone non capiscono il significato delle chilocalorie (kcal o calorie) o dei grammi di grasso visualizzati sulle etichette degli alimenti e spesso sottovalutano il numero di calorie quando l’etichetta non viene fornita”.
Come si sentirebbe il grande pubblico nel leggere le etichette PACE sulle confezioni degli alimenti? Finora il punto di vista del pubblico è stato praticamente inesistente. Il team di Daley ha intervistato 2.668 persone per confrontare le loro opinioni sull’attuale etichettatura rispetto all’etichettatura con calorie equivalenti PACE. I partecipanti hanno dovuto dichiarare quale dei due sistemi preferivano. Alla fine, la maggior parte ha preferito il tradizionale sistema a semaforo, con il 43% dei partecipanti schierato con esso. Il sistema di etichettatura PACE è stato considerato più facile da capire.
Etichette equivalenti: meglio per i cibi ipercalorici
Alcuni dati emersi dal sondaggio? I partecipanti fisicamente attivi hanno trovato le etichette alimentari PACE più accattivanti. Coloro che si allenano più di tre volte a settimana hanno riconosciuto che questa nuova etichetta attira la loro attenzione. L’etichetta PACE è stata più apprezzata rispetto alle persone che si allenano di meno. Al contrario, i partecipanti più anziani hanno manifestato preferenza per la presentazione calorica originale. Gli over 65 hanno dichiarato con il 40% di probabilità in meno di scegliere le etichette con attività fisica rispetto ai giovani.
Il suggerimento che è emerso dalle interviste, comunque, è che le etichette alimentari innovative dovrebbero essere posizionate soprattutto sugli alimenti ipercalorici. Non, dunque, su prodotti alimentari di uso quotidiano come pane, pasta o frutta. Il sistema di etichette con calorie equivalenti è stato anche preferito per i prodotti delle catene di fast food, nei supermercati, nei menu da asporto e nei distributori automatici, proprio a causa del loro contenuto ipercalorico. Il team sta pianificando di iniziare a provare l’etichettatura nelle mense e nei distributori automatici.
“I nostri risultati evidenziano che l’etichettatura PACE è un approccio basato su politiche potenzialmente importante per rafforzare gli attuali approcci all’etichettatura degli alimenti”, scrivono gli autori. “I prossimi passi consistono nel verificare se l’etichettatura riduce gli acquisti di cibi e bevande ipercalorici in diversi contesti alimentari come ristoranti, distributori automatici, caffetterie e pub”.
E chissà che la maggiore consapevolezza sulle scelte alimentari non aiuti a ridurre fenomeni collegati alla cattiva alimentazione o ad arginare l’obesità infantile in aumento?