Con un comunicato stampa, il 28 settembre la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha proposto una definizione aggiornata del termine “sano” che viene usato sulle etichette alimentari. Il motivo? Rendere la definizione di cibo sano secondo la FDA più coerente con le ultime scoperte in tema di scienze della nutrizione e con le attuali linee guida dietetiche per gli americani.
La modifica dei requisiti per etichettare un cibo sano fa parte di una più ampia strategia. Il tema della nutrizione e della saluta mira a ridurre alcune delle malattie croniche causate dalle abitudini alimentari e a promuovere l’equità sanitaria.
“L’alimentazione è la chiave per migliorare la salute della nostra nazione”. Sono queste le parole di Xavier Becerra, segretario del Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS), nel comunicato stampa. “Il cibo sano può ridurre il nostro rischio di malattie croniche. Ma troppe persone potrebbero non sapere cosa costituisce un cibo sano. La mossa della FDA aiuterà a educare più americani a migliorare i risultati sanitari, affrontare le disparità di salute e salvare vite”.
La proposta di modificare i requisiti nutrizionali per una corretta indicazione di “healthy food” è considerata utile per favorire la nostra comprensione delle malattie e della loro possibile causa alimentare. Ad esempio, sempre più persone capiscono che i diversi tipi di grasso influenzano il corpo in modi diversi. L’obiettivo della FDA sembra proprio quello di trasmettere al consumatore le giuste informazioni sulle regole della corretta alimentazione in modo semplice e intuitivo.
Cibo sano per la FDA: ancora oggi noci e semi non sono sani
Secondo la FDA, la definizione di “cibo sano” come dichiarazione di contenuto nutritivo che i produttori di alimenti potrebbero utilizzare è stata stabilita nel 1994 e da allora non è stata aggiornata. La precedente definizione non consente di considerare sani gli alimenti ricchi di nutrienti, come noci e semi interi. In alcuni casi, di contro, le vecchie indicazioni consentono l’indicazione di “cibo sano” anche agli alimenti con un eccesso di grassi saturi, sodio e zuccheri aggiunti.
Molti hanno preso atto di questo problema nel 2015, quando la FDA ha inviato una lettera di avvertimento a KIND, un’azienda di snack food con sede a New York City. La Federazione chiedeva la rimozione della parola “sano” da quattro prodotti KIND, noti come barrette KIND. Le barrette in questione avevano un alto contenuto di noci, semi e bacche essiccate e non soddisfacevano il requisito “basso contenuto di grassi” della vecchia regola. In questo modo, però, non si teneva conto del dato che i grassi provenissero dalle noci.
Nello stesso anno, KIND ha presentato una petizione alla FDA per ottenere una revisione della definizione di “cibo sano” per ottenere coerenza con le linee guida dietetiche della stessa FDA, che in realtà incoraggiano il consumo di noci e contano la frutta secca ai fini dell’assunzione di frutta. Nel 2016 l’agenzia ha risolto il problema con l’azienda, affermando che non si sarebbe opposta all’indicazione “sano” se appare come parte di una filosofia aziendale in cui non appare sullo stesso pannello di visualizzazione delle affermazioni sul contenuto di nutrienti o delle informazioni nutrizionali.
Le normative attuali rendono difficile identificare cibi sani
Le attuali linee guida della FDA, oggi come allora, non includono alcuna restrizione sugli zuccheri aggiunti o richiedono che gli alimenti contengano una certa quantità di un gruppo alimentare raccomandato. Ciò significa che cibi come salmone, avocado e mandorle non si qualificano come “cibi sani”, mentre lo sono alimenti che hanno un basso contenuto di grassi ma contengono molti zuccheri aggiunti, come budino al cioccolato senza grassi, cereali zuccherati e prodotti da forno.
Il problema, a prescindere dall’etichetta apposta sugli alimenti, è la confusione delle persone comuni su cosa è sano e cosa non lo è, dovuta al continuo recepimento di messaggi contrastanti.
Si sentono affermazioni come “ho acquistato questa barretta di cereali perché aveva un’etichetta intelligente, pubblicizzava che era fatta con cereali integrali, o la confezione diceva che era salutare”. Se poi osserviamo da vicino l’etichetta, potremmo scoprire di aver acquistato un prodotto ricco di zuccheri aggiunti e privo di un effettivo contenuto nutrizionale.
A parte gli specialisti della nutrizione, pochissime persone sanno leggere un’etichetta alimentare. In molti non riescono ad interpretare le componenti di un prodotto e spesso devono prendere decisioni rapide e fare il meglio che possono.
Un’etichettatura chiara e accurata che aderisce ad uno standard prefissato sulle attuali conoscenze in tema di nutrizione sarà decisamente utile per le persone. La proposta di modifica della FDA sull’etichetta di cibo salutare in definitiva comunica ai produttori di alimenti che se volessero proporre qualcosa come prodotto sano dovrebbero limitare alcuni nutrienti.
Cibo sano FDA: fissare limiti per zuccheri e sodio aggiunti
Secondo la definizione proposta, affinché le confezioni alimentari rechino l’etichetta “sano”, i prodotti dovranno:
- Contenere una certa quantità significativa di cibo proveniente da almeno uno dei gruppi o sottogruppi di alimenti (ad esempio frutta, verdura, latticini) raccomandati dalle Linee guida dietetiche;
- Rispettare limiti specifici per alcuni nutrienti, come grassi saturi, sodio e zuccheri aggiunti. I limiti si basano su una percentuale del valore giornaliero per il nutriente e variano a seconda dell’alimento e del gruppo alimentare;
- Il limite per il sodio è del 10 percento del valore giornaliero per porzione (230 milligrammi per porzione).
Per fare un esempio concreto, una barretta di cereali dovrebbe contenere non più di 1 grammo di grassi saturi, non più di 230 mg di sodio e non più di 2,5 g di zuccheri aggiunti per essere etichettata come “cibo sano”.
Negli USA non si mangia abbastanza frutta e verdura
La FDA vede questa variazione con un modo per affrontare e migliorare il modo in cui mangiano gli americani. Più dell’80% delle persone negli Stati Uniti non mangia abbastanza verdura, frutta e latticini, confrontando la loro alimentazione alle Linee guida dietetiche per l’America 2020-2025. Tali linee guida raccomandano da 1,5 a 2 tazze di frutta al giorno e da 2 a 3 tazze di verdure al giorno, compresi i legumi.
Il consumo di nutrienti considerati nocivi, invece, è fin troppo elevato. Tre persone su quattro mangiano più del limite raccomandato per i grassi saturi e il 90% della popolazione supera i limiti di rischio di malattie croniche per il sodio. Peraltro è risaputo che meno sodio e più potassio aiutino a ridurre il rischio di malattie cardiache.
I dati emersi sono preoccupanti. Secondo l’agenzia schemi dietetici malsani possono aumentare il rischio di alcune delle malattie croniche più comuni. Basti pensare che le malattie croniche legate all’alimentazione, come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2, sono le principali cause di morte e disabilità negli Stati Uniti.
Le problematiche sono evidenti nelle fasce sociali più deboli, come rilevato da uno studio che ha osservato il legame tra il consumo di alimenti ultraprocessati e il rischio cardiometabolico nei bambini. Inoltre, queste patologie hanno un impatto sproporzionato sui gruppi di minoranze razziali ed etniche, come riscontrato dal dott. Robert M. Califf, commissario della FDA.
Alimentazione e crisi sanitaria
L’alimentazione è la pietra angolare della salute, un fatto che è stato ampiamente sottovalutato fino a poco tempo fa. L’assistenza sanitaria moderna, infatti, si è evoluta in un modo che valorizza solo i trattamenti e le cure alle malattie rispetto alla prevenzione.
Oggi, finalmente, si riconosce che lo stile di vita e l’alimentazione svolgono un ruolo importantissimo nell’insorgenza e nella gestione della malattia. Ovviamente il problema non è riscontrabile solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Secondo uno studio pubblicato nell’aprile 2019 su The Lancet, circa 11 milioni di persone ogni anno perdono la vita a causa di un’alimentazione malsana. I ricercatori hanno evidenziato un’assunzione di sodio troppo elevata e una bassa assunzione di cereali integrali, frutta e verdura come i principali fattori che contribuiscono alla crisi sanitaria.
Uno studio pubblicato nell’ottobre 2020 sull’European Heart Journal: Quality of Care and Clinical Outcomes ha concluso che due terzi dei decessi correlati a malattie cardiache nel mondo possono essere collegati alle scelte alimentari. Gli autori hanno stimato che si sarebbero potuti evitare sei milioni di decessi attraverso diete più sane.
Vedremo nel tempo l’impatto delle modifiche dell’etichettatura “sano” sullo stile di vita e la consapevolezza delle persone. Nel frattempo, la FDA permetterà di condividere le proprie opinioni sulla modifica proposta. Sarà infatti possibile inviare commenti alla FDA fino a 90 giorni dopo l’annuncio al sito web https://www.regulations.gov. In altrernativa, l’indirizzo fisico per inviare i propri commenti è il seguente: Dockets Management Staff (HFA-305), Food and Drug Administration, 5630 Fishers Lane, Room 1061, Rockville, MD 20852. Tutti i commenti dovranno essere identificati con il numero di docket FDA-2016-D-2335.