Il vertiginoso aumento dei casi di Alzheimer porta a sentir parlare sempre più spesso di questo problema. Si stima che il numero delle persone affette da questo tipo di demenza raddoppierà entro i prossimi 15 anni. Un’attenzione sempre maggiore viene data al fattore prevenzione Alzheimer: questo perchè attualmente non c’è una cura e l’intervento precoce è l’unica strada percorribile per arginare il fenomeno.
Ma cos’è il morbo di Alzhemer? Si tratta di un tipo di demenza irreversibile che provoca un grave deficit di memoria e incide fortemente sul comportamento e sulle capacità cognitive. In genere i sintomi si sviluppano in un tempo molto lungo e peggiorano progressivamente, diventando così gravi da impedire negli stadi finali anche le attività quotidiane più semplici.
L’insorgenza della malattia non è dovuta al normale invecchiamento. Infatti, anche se le sue manifestazioni si verificano con il progredire dell’età e interessano soprattutto persone che hanno superato i 65 anni, almeno il 5 per cento riscontra un’insorgenza precoce che appare a volte già tra i 40 e i 50 anni. Senza addentrarci nel complesso sistema che porta allo sviluppo della patologia, possiamo dire che il processo distruttivo viene attivato dalla proteina beta- amiloide che, aggregandosi in ammassi, altera le comunicazioni tra le sinapsi e provoca la formazione nel cervello delle placche tipiche della malattia.
I sintomi del morbo di Alzheimer
Nelle prime fasi i sintomi della demenza sono lievi e si manifestano con una leggera perdita di memoria e altri segnali. Nelle fasi più avanzate, chi soffre di questa grave malattia perde anche la capacità di intraprendere una conversazione, di riconoscere i propri cari e di reagire nel proprio ambiente. La vita media di un malato di Alzheimer è di circa 8 anni da quando la malattia si è resa visibile agli altri. La sopravvivenza media varia da 4 a 20 anni e dipende molto dalle condizioni generali di salute.
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Prevenzione Alzheimer
Attualmente la malattia di Alzheimer è incurabile. I trattamenti farmacologici impiegati sono orientati a rallentare la progressione dei sintomi, quantomeno per migliorare la qualità della vita degli ammalati e di chi si occupa di loro. La ricerca ha però rivelato che circa un terzo dei casi di Alzheimer possano essere attribuiti a fattori di rischio modificabili, che possono essere affrontati precocemente trasformando il proprio stile di vita. La comparsa dei primi sintomi indica che è già in corso il processo degenerativo della malattia, che per quanto potrà essere rallentato con terapie farmacologiche non arresterà la perdita dei neuroni e delle funzioni cerebrali. Mettere in campo interventi di prevenzione significa agire in anticipo sui fattori di rischio, prima della comparsa dei sintomi. Solo in questo caso potrà apprezzarsi una significativa riduzione dei casi di Alzheimer e ritardare la manifestazione nei soggetti a rischio.
Proprio sul fattore prevenzione Alzheimer si è concentrato uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori coordinati dal prof. Barnard della George Washington University School of Medicine e pubblicato sulla rivista Neurobiology of Aging. Secondo gli autori della ricerca il morbo di Alzheimer non è una conseguenza naturale dell’invecchiamento; una vita sana e attiva contribuisce a riscrivere il nostro codice genetico per questa straziante malattia. Per questa ragione sono state elaborate le linee guida per un’efficace prevenzione. Eccole:
Dieta mediterranea
La battaglia nella prevenzione Alzheimer si gioca molto a tavola: la ricerca scientifica ha evidenziato l’importanza della dieta mediterranea, che abbasserebbe il rischio di sviluppare la malattia. In particolare è stata studiata l’incidenza di 10 componenti nutritivi sul livello di proteina beta-amiloide: acidi grassi saturi, acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6, acidi grassi monoinsaturi, vitamina E, vitamina C, vitamina D, vitamina B12, folati, betacarotene.
Inoltre, è risultato che un maggiore consumo di acidi grassi Omega 3 abbassa significativamente i tassi di proteina beta-amiloide nel sangue. Gli Omega 3 consumati nel corso dello studio provenivano soprattutto da insalata, pesce, frutta, carne di pollo, margarina. Lo studio ha confermato che la dieta mediterranea è utile per prevenire le turbe cognitive leggere, che spesso precedono l’Alzheimer. Recentemente, poi, uno studio ha rivelato che mangiare uva fa bene anche al cervello e allunga la vita.
Quali sono i migliori alimenti per il cervello e cosa mangiare per prevenire l’Alzheimer? Occorre consumare giornalmente grandi quantità di frutta e verdura di stagione, legumi e cereali integrali. Sono particolarmente consigliate noci e frutta secca, che aumentano l’apporto di vitamina E. Bisogna evitare grassi saturi e grassi trans, che si trovano in grandi quantità nei dolci industriali e negli alimenti fritti. Il sale va drasticamente ridotto così come la carne rossa, i salumi, gli insaccati e i dolci. Salmone, merluzzo, latte, uova, formaggio e carne (sempre in quantità ridotta) permettono un buon apporto di vitamina B12. Aglio e cipolla fanno benissimo e l’olio di oliva ha qualità straordinarie.
Salvaguardare il cuore
La possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari è strettamente connessa a quella di contrarre la Malattia di Alzheimer, avendo gli stessi fattori di rischio. Pertanto, in generale può dirsi che occorre stare lontani dalle abitudini di vita che possono portare ad obesità, ictus, ipertensione e diabete.
Smettere di fumare
Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio per il morbo di Alzheimer. Smettere di fumare aiuta a riportare il rischio a livelli simili a quello delle persone che non fumano.
Svolgere attività fisica regolare
Un esercizio fisico costante migliora le prestazioni fisiche e mentali, grazie alla maggiore irrorazione sanguigna e l’aumento dell’apporto di ossigeno. Particolarmente consigliate sono le attività aerobiche come la corsa, la bicicletta, i balli e le arti marziali.
Allenare il cervello
Ancora, per una prevenzione veramente efficace occorre tenere in allenamento il proprio cervello e porre in essere tutte quelle strategie utili a mantenere sveglia la funzionalità cognitiva. La plasticità cerebrale va allenata costantemente. Leggere libri, dedicarsi a cruciverba, giocare a carte, visitare musei e comunque impegnarsi in attività cognitive di alto livello sono tutti fattori che aiutano il cervello a mantenersi giovane. Importantissimo, inoltre, potenziare il cervello con le giuste dosi di attività e riposo.
Mantenere i rapporti sociali
Anche le attività sociali e ricreative, oltre a migliorare la qualità della vita, aiutano ad arginare il rischio di Alzheimer. Dedicarsi ad attività ricreative e mantenere attiva la propria rete sociale sono fattori associati ad un rischio più basso di sviluppare la malattia.
Attenzione all’assorbimento di alluminio
L’assorbimento di alluminio è gravemente nocivo: per questa ragione occorre evitare per quanto possibile l’uso di pentole, farmaci antiacido, lieviti in polvere o altri prodotti che contengono alluminio. Anche negli integratori vitaminici può nascondersi il rischio di un eccessivo assorbimento di ferro o rame: occorre dunque fare attenzione a che questi minerali non siano presenti in quello che assumiamo.
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