I dolcificanti fanno male

Finora le alternative allo zucchero a basso contenuto calorico sono state ritenute relativamente innocue.  Secondo un nuovo studio, però, anche se naturali i dolcificanti fanno male all’intestino o comunque potrebbero avere un effetto negativo sul nostro apparato digerente. Scopriamo di più.

Secondo la ricerca, le sostanze testate nello studio – saccarina, sucralosio, aspartame e steviamodificano il microbioma intestinale, vale a dire l’insieme di microbi nell’intestino che aiuta a proteggere l’uomo dalle malattie e ci consente di digerire. Il problema, insomma, non sembra riguardare l’apporto calorico ma altri fattori.

I dolcificanti fanno male all’intestino? Lo studio

Lo studio, pubblicato questo mese sulla rivista medica Cell, ha riguardato 120 adulti sani. Le alternative allo zucchero a basso contenuto calorico sono state somministrate a livelli inferiori rispetto all’assunzione giornaliera accettabile. I partecipanti non avevano l’abitudine di usare dolcificanti nella loro dieta prima dello studio. Tutti hanno registrato il cibo assunto e l’attività fisica utilizzando un’app per smartphone. Infine i ricercatori hanno prelevato campioni di microbioma dall’intestino e dalla bocca.

Fondamentalmente lo studio ha cercato di osservare gli effetti dei sostituti dello zucchero. Le persone sono state sottoposte ad esami del sangue e degli indicatori del microbioma intestinale. Il risultato? La saccarina e il sucralosio in particolare hanno aumentato il livello di glucosio nel sangue o glicemia. La stevia invece ha aumentato i livelli di insulina.

In definitiva la ricerca non rimostra se i dolcificanti fanno male all’intestino. Ma in ogni caso rivela che non sono sostanze innocue. E il problema supera decisamente il fatto che le alternative allo zucchero abbiano meno calorie rispetto allo zucchero normale.

Ricerche precedenti avevano dimostrato che il consumo di zucchero è fortemente associato all’aumento di peso. Non solo. Lo zucchero dovrebbe essere considerato il nemico numero uno della longevità, come suggerito dal noto biologo di Harvard David Sinclair.

La sostituzione dello zucchero con alternative a ipocaloriche è una delle strategie più comuni che le persone usano per combattere obesità e iperglicemia. Uno studio ha infatti rivelato che il 25,1% dei bambini e il 41,4% degli adulti negli USA hanno consumato alternative a basso contenuto calorico di zucchero dal 2009 al 2021.

Bene, se questi sono i risultati qualche domanda bisognerebbe farsela. La percentuale di obesità negli adulti negli USA è stata del 41,9% nel 2017-2020 ed è aumentata dell’11,4% dal 1999 al 2000, secondo i Centers for Disease Control and Prevention. Nei bambini e negli adolescenti la situazione è preoccupante. La percentuale di obesità infantile aumenta ed è stata del 19,7% nel 2017-2020.

Alternative allo zucchero e intestino

Le persone in sovrappeso o obese corrono un rischio maggiore per molte gravi condizioni di salute. Tra queste spiccano cancro, malattie cardiache, ictus, ipertensione, malattie della cistifellea, osteoartrite, malattie mentali e altri problemi di salute.

A fronte di questo quadro, per le persone la cui dieta è attualmente ricca di dolcificanti sostituti dello zucchero, sarebbe comunque raccomandato ridurne al minimo l’uso, pur riconoscendo che potrebbe volerci del tempo per farlo.

Serviranno ovviamente altre ricerche per sapere in modo definitivo quale sia l’impatto sulla nostra salute, ma i risultati di questo studio suggeriscono che i dolcificanti condizionano la nostra salute metabolica, la nostra salute generale e il nostro intestino. Tutti fattori importantissimi. Nel dubbio, dunque, sarebbe raccomandato ridurre al minimo il consumo di dolcificanti naturali. Se proprio non si riesce, bisognerebbe comunque evitare di fare affidamento sulle alternative allo zucchero come supplementi del tutto innocui.

È certamente preferibile prendersi del tempo per eliminare ogni additivo dal sapore dolce e permettere alle nostre papille gustative di riscoprire il sapore degli alimenti. Forse ci vorrà del tempo, ma è possibile.

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