La pandemia del nuovo Coronavirus, quella che ha spaventato il mondo e chiuso in casa miliardi di persone, non è ancora arrivata alla fine; il Covid-19 durerà probabilmente tra 18 e 24 mesi. È quanto hanno predetto gli scienziati dell’Università del Minnesota.
In un rapporto pubblicato giovedì scorso, i ricercatori del Center for Infectious Disease Research and Policy (CIDRAP) dell’università hanno sottolineato che il Covid-19 è più contagioso dell’influenza e probabilmente continuerà a circolare dopo una prima ondata questa primavera.
Il nuovo Coronavirus ha un periodo di incubazione più lungo rispetto all’influenza; questo significa che impiega più tempo per far comparire i sintomi dopo che il contagio. Insomma il virus può essere trasmesso prima che compaiano i sintomi ed essere addirittura più contagioso in questo primo momento.
Indice di contagiosità e contenimento: il Covid-19 durerà 2 anni
Non solo. La malattia del Covid-19 ha mostrato un tasso più elevato di trasmissione asintomatica, nonché un livello di R0 più elevato rispetto all’influenza. Per essere più chiari, una valutazione R0 pari a 1 indica che una persona infetta dal virus lo diffonderà mediamente a un’altra persona. Si prevede che un focolaio continui a diffondersi se una malattia possiede un valore N superiore a 1 durante un evento come l’attuale pandemia. Ebbene, il tasso R0 del Covid-19 è stato stimatosi aggira tra l’1,4 e il 5,7 in vari studi; ma un punteggio esatto è difficile da stabilire a causa delle variazioni nell’identificazione del virus e nei test effettuati sulle persone infette nelle varie regioni.
“Alcuni paesi sembrano essere stati in grado di guidare la loro R0 per (Covid-19) al di sotto di 1 con misure di contenimento; tuttavia, quando tali misure cessano, la R0 in una determinata area può tornare indietro e assestarsi sopra il valore di 1; il che porterà ad una nuova nascita della malattia nel tempo”. Questo è quanto hanno affermato gli autori del rapporto.
“Un R0 più alto significa che più persone dovranno infettarsi e diventare immuni, prima che la pandemia possa finire”. In definitiva il virus potrà ancora diffondersi fino a quando il 60-70% della popolazione non sarà diventata immune.
Sulla base delle pandemie influenzali più recenti e della velocità di diffusione del nuovo Coronavirus, il rapporto prevede che l’epidemia di Covid-19 durerà tra i diciotto mesi e i due anni. Questo significa che saremo chiamati per lungo tempo a usare dispositivi di protezione e a rispondere su come rafforzare il sistema immunitario.
Il Covid-19 durerà 2 anni: tre possibili scenari pandemici
Ma quali sono le prospettive nella lotta al nuovo Coronavirus? Gli scienziati hanno presentato tre possibili modi in cui il virus potrebbe continuare a diffondersi negli anni a venire.
Nel primo scenario, la prima ondata di Coronavirus durerà fino alla primavera del 2020 e sarà seguita da “una serie di onde più piccole ripetitive”. Queste si verificheranno dapprima durante l’estate 2020 e poi costantemente per un periodo da uno a due anni. Il virus diminuirà quindi gradualmente “entro il 2021”.
“Il verificarsi di queste onde può variare geograficamente e può dipendere da quali misure di mitigazione sono in atto e da come si evolvono”, hanno detto i ricercatori. A seconda dell’altezza dei picchi delle onde, questo scenario potrebbe richiedere una periodica reintegrazione; il tutto, fino al successivo rilassamento delle misure di mitigazione nel corso dei prossimi uno o due anni.
Il secondo scenario vedrebbe la prima ondata del Coronavirus in primavera seguita da un’onda più grande nell’autunno o nell’inverno del 2020. Inoltre, secondo il rapporto, una o più onde minori potrebbero arrivare dopo nel 2021. Questo schema, hanno osservato i ricercatori, è simile a quello osservato durante l’epidemia di influenza del 1918; la “spagnola” uccise fino a 50 milioni di persone in tutto il mondo.
Nel terzo scenario possibile, alla prima ondata seguirà una “combustione lenta” della trasmissione in corso, ma senza un chiaro schema ad ondate di contagio. Il modello varierebbe geograficamente e potrebbe essere influenzato dal grado di misure di mitigazione in atto nelle diverse zone del mondo. Tuttavia, gli autori del rapporto hanno affermato che è improbabile che questa situazione richieda il ripristino delle misure di contenimento; e questo, nonostante continuino a verificarsi nuovi casi e decessi.
“Qualsiasi scenario segua la pandemia – ipotizzando almeno un certo livello di misure in atto – dobbiamo essere preparati per almeno altri 18-24 mesi di significativa attività Covid-19, con punti caldi che spuntano periodicamente in diverse aree geografiche”. Sono queste le parole, davvero poco rassicuranti, degli scienziati.
Non solo: anche mentre la pandemia diminuisce, è probabile che il Coronavirus continui a circolare nella popolazione umana.
Insomma quando finirà l’allarme Covid-19?
Il lavoro per sviluppare un vaccino o un trattamento per Covid-19 è ben avviato in tutto il mondo. Attualmente ci sono almeno 102 vaccini in via di sviluppo a livello globale, secondo l’OMS; ma gli esperti hanno previsto che un vaccino impiegherà dai 12 ai 18 mesi per essere lanciato sul mercato.
Nel frattempo, Gilead Sciences afferma di aver visto “dati positivi” dagli studi clinici sul suo farmaco remdesivir come trattamento efficace in varie fasi del Covid-19. Tuttavia, il farmaco non è stato formalmente approvato per il trattamento del virus e i funzionari sanitari statunitensi avvertono che i dati non sono ancora stati sottoposti a revisione.
Speranze arrivano infine dalla plasmaterapia, che già in numerosi ospedali è abitualmente praticata con risultati eccellenti che fanno ben sperare nella fine di questo momento.