Dieta della salute planetaria

Per una nuova ricerca, chi segue la Dieta della salute planetaria (Planetary Health Diet o PHD) presenta un rischio inferiore del 30% di morte prematura per cause comuni come cancro e malattie cardiache. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

La dieta della salute planetaria nasce da uno studio condotto dalla Harvard TH Chan School of Public Health e pubblicato il 10 giugno scorso sul sito ufficiale e sull’American Journal of Clinical Nutrition. Si tratta di un regime alimentare basato sull’idea di sostenibilità ambientale: chi segue una dieta ricca di verdure e rispettosa dell’ambiente vive più a lungo. Tra le regole della longevità, quindi, c’è anche quella del rispetto dell’ambiente.

Planetary Health Diet: cos’è la dieta della salute planetaria

I risultati della ricerca sulla dieta ecologica hanno suggerito che le nostre diete possono avere un duplice beneficio: migliorare la nostra salute e salvaguardare il pianeta. “Il cambiamento climatico sta portando il nostro pianeta verso un disastro ecologico, e il nostro sistema alimentare gioca un ruolo cruciale”, ha dichiarato Walter Willett, professore di epidemiologia e nutrizione presso la Harvard TH Chan School of Public Health.

Il ricercatore continua: Modificare le nostre abitudini alimentari può contribuire a rallentare il cambiamento climatico. Ciò che è salutare per il pianeta è anche salutare per gli esseri umani”. In realtà, non si tratta di frasi fatte o di pura teoria: la Commissione EAT-Lancet ha ideato la Dieta della Salute Planetaria nel 2019, dimostrando come sia possibile nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale in crescita senza aggravare il cambiamento climatico e gli impatti ambientali della produzione alimentare.

Ma come è strutturata la Dieta della Salute Planetaria? Diciamo subito che la caratteristica di questo regime alimentare è la sua rappresentazione simbolica. Mezzo piatto è formato da frutta e verdura, l’altra metà è costituita da cereali integrali, proteine vegetali come fagioli, lenticchie, legumi o noci, oli vegetali insaturi, modeste quantità di carne e latticini, verdure amidacee e una piccolissima quota di zuccheri aggiunti.

Niente di complicato e nessuna trovata di intelligenza artificiale per dimagrire insomma. La dieta planetaria è quanto di più semplice possa esistere: promuove il consumo di cereali integrali, frutta, verdura, noci e legumi, limitando al massimo gli alimenti trasformati e ultra-processati. Permette, tuttavia, moderate quantità di carne e latticini.

Ma quello che propone il piano alimentare della Dieta Salute Planetaria va ben oltre le prospettive di salute della singola persona. Infatti, incoraggia l’agricoltura rigenerativa e la cucina casalinga rispetto al consumo di pasti fuori casa, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra derivanti dall’allevamento. La ricerca dimostra che adottare una dieta vegetariana può ridurre l’uso del suolo legato all’alimentazione del 76% e le emissioni di gas serra del 49%.

La dieta planetaria funziona?

Se sei sempre alla ricerca di spunti e novità per perdere peso, certamente vorrai sapere se la dieta della salute planetaria fa dimagrire. Diciamo subito che per raggiungere questo obiettivo è sempre necessario un deficit calorico e quindi si, anche la dieta della salute planetaria funziona, a patto che sia rispettata questa condizione.

L’aspetto principale del regime alimentare, però, non è la perdita di peso ma la conquista di uno stato di salute desiderabile e la possibilità di ridurre drasticamente il rischio di morte prematura. Quello, cioè, correlato alle malattie del metabolismo.

Si tratta del primo studio su larga scala che si è proposto di valutare l’impatto delle raccomandazioni contenute nel rapporto EAT-Lancet del 2019. Willett e i suoi colleghi hanno analizzato i dati di oltre 200.000 persone, tutte inizialmente in buona salute.

I partecipanti non avevano malattie croniche importanti all’inizio dello studio e hanno completato questionari dietetici ogni quattro anni per un periodo massimo di 34 anni. Le diete sono state valutate in base all’assunzione di 15 gruppi alimentari, per quantificare l’aderenza alla dieta PHD.

Effetti dello studio

Il 10% delle persone che ha dato maggiore adesione alla Dieta della Salute Planetaria ha presentato un rischio inferiore del 30% di morte prematura rispetto al 10% delle persone che hanno effettuato scelte alimentari differenti.

I ricercatori hanno stimato che coloro che hanno seguito questo regime alimentare hanno contribuito con il 29% in meno di emissioni di gas serra, il 21% in meno di fabbisogno di fertilizzanti e il 51% in meno di utilizzo dei terreni coltivati rispetto a coloro che seguivano meno la dieta.

“Il nostro studio è significativo considerando che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha rifiutato di prendere in considerazione l’impatto ambientale delle scelte dietetiche e qualsiasi riferimento agli effetti ambientali della dieta non sarà consentito nella prossima revisione delle linee guida dietetiche statunitensi”, ha affermato Willett.

“I risultati dimostrano quanto siano interconnesse la salute umana e quella planetaria. Mangiare in modo sano aumenta la sostenibilità ambientale, che a sua volta è essenziale per la salute e il benessere di ogni persona sulla terra”.

Come seguire la Dieta per la Salute Planetaria

Abbiamo già visto che il piatto della salute planetaria dovrebbe essere costituito per metà da frutta e verdura e l’altra metà dovrebbe presentare principalmente cereali integrali, proteine di origine vegetale, acidi grassi insaturi, e modeste quantità di proteine di origine animale.

Le proporzioni indicate riguardano l’apporto calorico dei vari nutrienti, non il peso. Pertanto, bisognerebbe dividere idealmente le calorie assunte in ogni pasto e destinarne una metà a frutta e verdura e l’altra metà ai cibi che completano la dieta planetaria.

Piatto dieta della salute planetaria

Planetary Healt Challenge: sfida per l’ambiente

Oltre ad essere una sicura spinta per mangiare meglio e in modo sostenibile, la dieta della salute planetaria è diventata subito una sfida social. Come si può vedere nel sito eatforum.org, al motto di #planetaryhealthchallenge basata sui risultati di EAT-Lancet, sono già tantissime le persone che si sono impegnate a mangiare più verdura, frutta, legumi e noci.

La scelta è quella di un vincere-vincere che vede protagonisti l’uomo e il pianeta: il miglioramento dell’uno aiuta quello dell’altro.

Note:

Lo studio è stato finanziato dalle borse di ricerca del National Institutes of Health (NIH) UM1 CA186107, P01 CA87969, R01 HL034594, U01 CA176726, U01 CA167552, R01 HL035464, R01 DK120870 e R01 DK126698.

“Indice della dieta sanitaria planetaria e rischio di mortalità totale e causa specifica in tre potenziali coorti”, Linh P. Bui, Tung T. Pham, Fenglei Wang, Boyang Chai, Qi Sun, Frank B. Hu, Kyu Ha Lee, Marta Guasch- Ferre, Walter C. Willett, The American Journal of Clinical Nutrition, 10 giugno 2024, doi: 10.1016/j.ajcnut.2024.03.019

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