Fuoco di sant'antonio

L’herpes zoster, o popolarmente conosciuto come Fuoco di Sant’Antonio, è una patologia infettiva causata dalla riattivazione del virus comune a un’altra malattia estremamente diffusa, la varicella. Il virus scatenante è noto col nome di Virus Varicella Zoster, VZV.

La differenza tra i due virus è sostanzialmente il target di persone colpite. La varicella colpisce maggiormente bambini e in generale persone molto giovani; il Fuoco di Sant’Antonio ha la sua massima diffusione tra gli adulti e gli anziani.

Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi, come si diffonde il contagio e, naturalmente, come si cura.

Fuoco di Sant’Antonio: cause

Le possibilità di contrarre il Fuoco di Sant’Antonio nascono nello stesso momento in cui, generalmente da bambini, si contrae la varicella. Il Virus Varicella Zoster infetta l’organismo scatenando appunto la varicella; una volta guarito, resta latente nel corpo umano riparato dalle difese immunitarie nei nervi.

Perché poi nel corso della vita può riattivarsi scatenando il Fuoco di Sant’Antonio?

Dopo il primo contagio del virus varicella zoster, il sistema immunitario fa in modo di neutralizzare il virus e produce anticorpi specifici. Questi anticorpi entrano a far parte del sistema immunitario umano, impedendo successive infezioni. Nonostante ciò, l’organismo non riesce a debellare totalmente l’ herpes zoster che trova protezione e riparo nei gangli sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e/o dei nervi cranici. Qui il virus rimane quiescente per molto tempo, a volte per tutta la vita, senza dar segni della sua presenza.

Uno stress accentuato, un calo delle difese immunitarie, situazioni particolari patologiche che indeboliscono l’organismo sono terreni fertili perché si riattivi il virus. Generalmente succede in età adulta perché è proprio da adulti, e ancor più da anziani, che le condizioni di indebolimento fisico sono maggiori.

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi e caratteristiche della patologia

Il Fuoco di Sant’Antonio compare con la presenza di uno sfogo cutaneo doloroso contraddistinto da diffuse macchie rosse, che possono essere sia piane sia a rilievo; con l’avanzare della malattia queste diventano come delle vescicole che continuano a formarsi per qualche giorno fino a diventare delle pustole piene di pus che si ricoprono poi di croste.

La comparsa dello sfogo matura in quella che viene chiamata fase prodromica; è facilmente riconoscibile da arrossamento cutaneo, formicolio, intorpidimento e indolenzimento localizzato nella zona in cui compariranno le vescicole.

E’ abbastanza facile riconoscere questa fase che precede l’eruzione di circa 48- 72 ore, anche se può dare i primi segni di disagio e fastidio fino a due settimane prima della comparsa delle vescicole.

Il dolore, prima ancora della comparsa degli sfoghi e delle lesioni sulla pelle, può arrivare a essere anche di carattere molto forte e localizzato a livello del tronco e addominale, l’area maggiormente colpita dal Fuoco di Sant’Antonio.

Il picco del contagio si raggiunge nella fase “calda” delle vescicole, ovvero quando iniziano a rompersi, per poi calare man mano che le croste si essiccano.

Sfogo di Sant’Antonio: aree colpite e localizzazione delle vescicole

Tipiche del fenomeno sono dunque pustole sulla pancia ed eruzioni cutanee o comunque un generale sfogo sul collo o in altre parti del corpo; si tratta del cosidetto sfogo di sant’Antonio.

Il torace è la parte del corpo maggiormente colpita dal Fuoco di Sant Antonio. Altre zone possono comunque vedere la comparsa delle tipiche lesioni, ma questo dipende dai singoli casi e da dove l’herpes zoster si è “rifugiato” lungo il ramo nervoso.

Ad esempio, se ad essere interessato è stato il nervo trigemino, le vescicole possono comparire sul volto, vicino alle labbra, nella bocca, sulla lingua o anche vicino agli occhi. In quest’ultimo caso specifico, la patologia viene chiamata herpes zoster oftalmico e si verifica nel 10-20% dei pazienti con herpes zoster.

Fuoco di Sant’Antonio dolore e cura

L’eruzione cutanea tipica dell’ herpes zoster purtroppo spesso viene accompagnata da una manifestazione molto dolorosa, caratterizzata da febbre, nausea, mal di testa e brividi di freddo dovuti alla febbre.

Il dolore compare già nella fase prodromica e si mantiene costante durante tutta la fase eruttiva e, a volte, continua a dare segni di disagio anche nelle settimane successive. Spesso il Fuoco di Sant’Antonio senza eruzione cutanea è associato a prurito e formicolii localizzati; un po’ come avviene nella varicella ma in questo caso in forma sicuramente molto più accentuata.

Le manifestazioni dolorose sono relative alle caratteristiche del soggetto colpito e la loro intensità è naturalmente variabile; anche per questo le cure prescritte devono essere mirate da parte del medico curante.

Fuoco di Sant’Antonio cure

Tra i farmaci che sicuramente verranno prescritti ci sono diversi antivirali come l’Aciclovir, il Famciclovir e il Valaciclovir particolarmente adatti alle persone colpite di età avanzata e che hanno un sistema immunitario di per sé più debole. In associazione generale, vengono prescritti antidolorifici, antinfiammatori non steroidei (FANS) e paracetamolo. I casi più avanzati e dolorosi possono richiedere la prescrizione di antidolorifici oppioidi.

Purtroppo l’efficacia dei farmaci, soprattutto gli antivirali che, lo precisiamo, non curano la patologia ma danno sollievo, inizia a venir meno se l’assunzione avviene dopo le 72 ore successive alla comparsa delle vescicole. Quindi è bene recarsi dal medico appena si iniziano ad avvertire sintomi di dolore a livello addominale, pruriti, intorpidimenti e rossori sospetti.

Nel caso specifico dell’herpes zoster oftalmico sarà assolutamente necessario recarsi da un oftalmologo.

Esistono poi cure di accompagnamento che possono aiutare a soffrire meno a causa del manifesto dolore causato dalle lesioni e dal virus. Si possono fare appositi impacchi e il consiglio è sempre quello di mantenere la cute quanto più pulita e asciutta possibile. Solitamente sono consigliati talchi e polveri anche per evitare di cedere al forte prurito e grattarsi, cosa che deve essere evitata. Per disintossicare il fegato e migliorare le funzionalità intestinali, specie dopo una cura farmacologica, è sempre consigliato ricorrere ai probiotici migliori e ad una dieta depurativa.

Fuoco di Sant’Antonio: guarigione

Quanto dura il Fuoco di Sant’Antonio? I tempi di guarigione sono relativi all’entità del contagio e alle condizioni dell’organismo colpito. In linea di massima però possiamo dire che dalla formazione delle vescicole ci vorranno circa 10 giorni perché diventino croste e altri 10 giorni circa perché le croste inizino a desquamarsi. Da questo momento la guarigione completa richiederà dai 15 ai 30 giorni circa, a seconda della gravità della malattia.

Questo in linea di massima. A volte la durata della malattia supera anche i sei mesi, per non parlare delle possibili ricadute che specialmente in presenza di un organismo molto debilitato sono difficili da evitare.

Herpes Zoster vaccino

Per i soggetti a rischio di Fuoco Sant’Antonio o di recidive, esiste un vaccino specifico commercializzato come Zostavax. Su un campione di quasi 40mila adulti il vaccino anti herpes zoster ha dimostrato una riduzione dei casi pari addirittura al 66%.

Le campagne per favorire le vaccinazioni si stanno diffondendo rapidamente. Ad esempio, in Emilia Romagna è stata offerta la vaccinazione gratuita a tutti i 65enni. Hanno diritto al vaccino anche le persone che hanno superato i 50 anni e risultano affette da patologie croniche come il diabete mellito o problemi cardiovascolari. Da parte nostra, ci auguriamo che al più presto analoghe iniziative si diffondano su tutto il territorio nazionale, a tutela delle persone più deboli e vulnerabili.

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