Se vi dicessimo che i wurstel fanno male ci sentiremmo rispondere “ok, ma dov’è la novità?”. Ma se ad una banale affermazione come questa si accompagnasse anche l’indicazione dei minuti di vita sana persi mangiando hotdog o altro cibo spazzatura, forse l’attenzione verso questo tipo di problematica sarebbe diversa.
Alcuni ricercatori americani hanno pubblicato proprio in questi giorni un indice nutrizionale molto particolare, con l’obiettivo di aiutare a raggiungere livelli di salute ottimale attraverso le scelte alimentari. Nell’indice, i cibi risultano classificati per minuti guadagnati o persi di vita sana per ogni porzione. Gli alimenti peggiori? Quelli a base di carne lavorata e le bevande zuccherate.
I risultati hanno considerato oltre 5.000 alimenti usati nella dieta statunitense, classificati in base al loro peso sulla salute e all’impatto ambientale. Il tutto mentre il tasso di obesità infantile registra il massimo storico e si rende sempre più urgente predisporre interventi scientifici utili ad invertire la tendenza.
I wurstel fanno male, ma un hotdog accorcia la vita?
I ricercatori della School of Public Health dell’Università del Michigan, Department of Environmental Health Sciences hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Nature. La classifica risultante – questo nuovo Health Nutritional Index (HENI) – è stata ricavata attingendo allo studio GBD 2016; l’indice rivelerebnbe i componenti di rischio dietetico e gli effetti nocivi sulla salute legati a determinati alimenti.
“Usiamo i risultati per informare le sostituzioni dietetiche marginali, che sono realistiche e fattibili”, hanno scritto i ricercatori. “Troviamo che piccole sostituzioni mirate a livello di cibo possono ottenere notevoli benefici nutrizionali e riduzioni dell’impatto ambientale”.
Gli alimenti oggetto di studio sono stati classificati secondo l’indice HENI da un minimo 74 minuti di vita sana persi a 80 minuti guadagnati; e questo, per una sola porzione del cibo considerato. Bevande zuccherate, hotdog, hamburger e panini sono stati collegati alla maggiore perdita di minuti in termini di vita sana; al contrario frutta, verdure miste e non amidacee, cereali sono associati ai maggiori guadagni di vita sana.
Entrando più nel dettaglio, il consumo di una porzione da 85 grammi di ali di pollo si tradurrebbe in circa 3 minuti di vita persi, a causa del sodio e degli acidi grassi animali; un hot dog comporterebbe addirittura la perdita di circa 36 minuti, “in gran parte a causa del effetto dannoso della carne lavorata”. Insomma, l’ennesima conferma che i wurstel fanno male. Invece – e qui lo studio spiazza – i panini con burro di arachidi e gelatina sarebbero associati a un aumento positivo di 33 minuti.
Anche cibi come le arachidi salate (ma il sodio non era nocivo?), salmone al forno e riso con fagioli sono associati a guadagni positivi di vita sana stimati tra i 10 e i 15 minuti per porzione.
Impatto ambientale per valutare il cibo sano
Lo studio apre a nuovi scenari in fatto di nutrizione. Si, perché sembrerebbe che l’idea tradizionale di “cibo sano” non corrisponda ad un maggior guadagno di tempo di vita sana. “Studi precedenti che studiano diete sane o sostenibili hanno spesso ridotto i loro risultati a una discussione sugli alimenti a base vegetale rispetto a quelli a base animale, con quest’ultimo stigmatizzato come il meno nutriente e sostenibile”, si legge nello studio. “Anche se gli alimenti a base vegetale di solito hanno prestazioni migliori, ci sono notevoli variazioni nell’ambito sia degli alimenti a base vegetale sia di quelli animali. Queste dovrebbero essere riconosciute prima di giustificare deduzioni generalizzate”.
Non solo. Gli studiosi hanno classificato gli alimenti anche sulla base del diverso impatto nutrizionale e ambientale di ciascuno; rileva anche il riscaldamento globale a breve termine (come le emissioni di gas delle serre).
Dal punto di vista ambientale, tra gli alimenti sani e sostenibili troviamo noci, frutta, verdura, legumi, cereali integrali e alcuni frutti di mare; gli alimenti ad alto impatto ambientale comprendono invece carne di manzo, carne lavorata, maiale e agnello, formaggio ma anche salmone. Pollame, latticini, alimenti a base di uova e cereali cotti occupano, infine, una posizione di mezzo.
“In accordo con gli studi precedenti, questo suggerisce che gli alimenti nutrizionalmente benefici potrebbero non sempre generare il minor impatto ambientale e viceversa”, scrivono gli autori dello studio.
Un esempio pratico dei risultati di questo studio? Scambiare il 10% del consumo calorico giornaliero di carne lavorata con frutta, verdura, noci, legumi e frutti di mare apporterebbe significativi benefici per la salute. Il guadagno sarebbe infatti pari a circa 48 minuti a persona al giorno, con una riduzione di carbonio alimentare del 33%.