Eta infiammatoria

L’età è solo un numero, secondo un detto popolare. Alcuni ricercatori negli Stati Uniti, tuttavia, credono che ci stiamo concentrando sul numero sbagliato. Sostengono in particolare che anziché misurare lo stato della nostra salute in base alla nostra età in anni solari, dovremmo misurare la nostra età infiammatoria.

Gli scienziati della Stanford University e del Buck Institute for Research on Aging, hanno sviluppato un esame del sangue per misurare l’età infiammatoria (detta anche iAge). Si tratta di una misura dell’infiammazione cronica che, controllata regolarmente, potrebbe fornire un avviso precoce di infiammazione. Come sappiamo, questa è una delle principali condizioni responsabili di problematiche come malattie cardiache e demenza.  

Misurare l’età infiammatoria ci permetterebbe di adottare per tempo rimedi per migliorare la nostra salute, dai cambiamenti dello stile di vita all’assunzione di farmaci. Come ha spiegato il dottor Nazish Sayed, assistente professore di chirurgia vascolare a Stanford: “Invecchieremo tutti: l’unica differenza è come invecchiamo”.

L’obiettivo della ricerca è una vecchiaia più sana: prevenire parte dei problemi di salute associati all’invecchiamento e rendere l’invecchiamento più equilibrato.

Età infiammatoria e salute

Lo studio, riportato sulla rivista Nature Aging, si basa sulla comprensione che l’infiammazione cronica gioca un ruolo chiave nello sviluppo delle malattie.

Conosciamo tutti l’infiammazione acuta, la febbre, il gonfiore e il dolore; e sappiamo che svolgono un ruolo vitale nella guarigione delle ferite e nel combattere le infezioni, quando durano pochi giorni. L’infiammazione cronica, al contrario, è un’infiammazione persistente e di basso livello che può, nel tempo, danneggiare le nostre cellule e i nostri organi. Ed è collegata a molte malattie, tra cui il diabete di tipo 2 e il cancro.

I livelli di infiammazione cronica aumentano con l’avanzare dell’età, probabilmente a causa dell’invecchiamento delle cellule che rilasciano molecole che alimentano l’infiammazione. Lo stato infiammatorio può anche essere aggravato da fattori come fumo, obesità, inquinamento e stress.

Il danno causato è spesso così graduale che non ne siamo consapevoli per anni, fino a quando non iniziamo a sviluppare sintomi come l’ipertensione.

Come si misura la iAge?

Per sviluppare un test utile a misurare questa infiammazione nascosta, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di oltre 1.000 persone per i livelli di 50 citochine. Queste sono proteine ​​del sistema immunitario note per essere coinvolte nell’infiammazione. La combinazione dei risultati delle analisi del sangue con i dettagli sull’età e la salute dei soggetti studiati ha rivelato una “firma” di citochine associata a problemi di salute.

I ricercatori hanno usato questo fattore per calcolare la iAge di una persona, la loro età biologica in base ai livelli di infiammazione. Ad esempio, se una persona di 45 anni ha una iAge di 65, il suo corpo ha 20 anni in più di quanto dovrebbe essere; e tutto questo, proprio a causa degli effetti nocivi dell’infiammazione.

L’età infiammatoria è un indicatore di salute

Un altro esperimento ha sostenuto l’affermazione che la nostra età infiammatoria è un indicatore di salute migliore rispetto alla nostra età cronologica.

Utilizzando campioni di sangue, è stata calcolata la iAge di 37 persone di un’area d’Italia. La metà dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 50 e i 79 anni ed era in condizioni di salute normali per la propria età; gli altri erano in così buona salute che avevano vissuto fino a 100 anni o più.

I centenari, in media, avevano una età infiammatoria di 40 anni inferiore alla loro età effettiva. Al contrario, la maggior parte del gruppo più giovane aveva una iAge superiore alla loro età cronologica.

Alcuni dei risultati individuali sono stati ancora più sorprendenti. “Abbiamo riscontrato un valore anomalo, un uomo di 105 anni super sano che ha un sistema immunitario di un 25enne”. L’affermazione proviene da uno dei ricercatori, l’immunologo dottor David Furman.

Strumenti per misurare l’infiammazione

Gli scienziati hanno anche dimostrato che la iAge, l’età infiammatoria di una persona può essere utilizzata per prevedere chi è più a rischio di diventare fragile; in altre parole, chi ha potenzialmente bisogno di aiuto per lavarsi, vestirsi e per altre attività quotidiane. Inoltre, sono stati in grado di individuare coloro che potrebbero sviluppare una condizione cardiaca chiamata ipertrofia ventricolare sinistra. Questa condizione aumenta il rischio di insufficienza cardiaca, perché il cuore fatica a pompare il sangue in tutto il corpo.

Arne Akbar, professore di immunologia presso l’University College di Londra e presidente della British Society for Immunology, ha dichiarato a Good Health che il fattore iAge è un “modo sofisticato” per misurare l’aumento dell’infiammazione correlato all’età. Tuttavia, ha aggiunto: “Esistono altri modi per calcolare l’aumento dell’infiammazione durante l’invecchiamento, come misurare i livelli di proteina C-reattiva.” Ciò risolve la questione di quanto dovrebbe essere sofisticata la misurazione dell’infiammazione per prevedere la salute, e quale sia la più semplice ed economica.

Come abbassare l’età infiammatoria

Il nuovo test è lontano diversi anni da un suo impiego diffuso; secondo i ricercatori, però, presto potrebbe essere eseguito ogni anno insieme ad altri controlli sanitari regolari, come i test del colesterolo.

Le persone con una iAge alta potrebbero quindi provare ad abbassare i loro livelli di infiammazione. Questo può avvenire attraverso un maggiore esercizio fisico o cambiando la dieta; entrambi i fattori, infatti, possono smorzare l’infiammazione cronica.

Uno stile di vita sano, insomma, aiuta. Le regole sono sempre le stesse: eliminare le bevande che aumentano l’infiammazione; evitare i cibi zuccherati e lavorati; iniziare la giornata con una colazione sana.

Oppure potrebbe accadere che vengano sviluppati nuovi farmaci che riducono l’età infiammatoria. La ricerca ha mostrato che una citochina chiamata CXCL9 è particolarmente legata alla iAge, suggerendo che un nuovo farmaco che la riduce potrebbe aiutare a mantenere il corpo sano più a lungo.

Su questo aspetto, però, sarà necessaria la dovuta cautela. Il dottor Alan Cohen, biologo che si occupa di invecchiamento biologico presso la Sherbrooke University in Canada, avverte che il funzionamento del sistema immunitario è così complesso che un farmaco che armeggi con una parte di esso potrebbe avere conseguenze indesiderate. Aggiunge: “L’invecchiamento è multidimensionale; non c’è un solo fattore che ti dirà mai perfettamente qual è la tua età biologica.”

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