Fumare fa male, è risaputo. Ma se da decenni si parla dei danni del fumo passivo e della sua incidenza negativa sulla salute, piuttosto recenti sono le ricerche sul fumo di terza mano; quello, per intenderci, che si attacca ai vestiti, ai capelli, a tende e divani. Ne hai mai sentito parlare?
Diciamo subito che ogni fumatore sa che i propri abiti rimangono impregnati dall’odore di nicotina che spesso è insopportabile anche per chi fuma. Ma non tutti sanno che gli indumenti si impregnano di nicotina tanto da diventare pericolosi per la salute di chi sta accanto al fumatore.
Sono questi i risultati di una serie di studi pubblicati recentemente anche in Italia dalla rivista scientifica Focus. Come ha sottolineato la ricercatrice Manuela Martins-Green della University of California a Riverside, anche una semplice camicia di cotone assorbe una grande quantità di fumo.
Ma quel che è peggio, se la persona ha fumato fuori casa il risultato non cambia: le sostanze nocive rimangono impregnate nell’indumento tanto che per essere eliminate è necessario lavarlo.
Danni del fumo di terza mano
Insomma, per chi fuma non c’è tregua. Se finora si pensava che per tutelare la salute dei non fumatori e soprattutto dei bambini che stanno loro intorno fosse sufficiente non fumare in casa, oggi questo non è più tranquillizzante.
Il fumo di sigaretta lascia sedimentati innumerevoli composti che rimangono nell’ambiente; mischiandosi con altri agenti inquinanti queste sostanze possono diventare gravemente nocive e perfino cancerogene.
In particolare, le sostanze tossiche che si sprigionano dal fumo di sigaretta agiscono insieme all’ozono di cui sono ricchi i luoghi chiusi. In questo modo, tutti gli oggetti che sono rimasti impregnati di fumo perché trovatisi nello stesso ambiente del fumatore, fanno da veicolo di agenti inquinanti e addirittura cancerogeni.
Il fumo di terza mano oltretutto è molto più persistente e la contaminazione di abiti, tende e tappeti infatti rimane anche dopo che il fumo si è disperso nell’aria.
Questo provoca gravi rischi per i soggetti più deboli come bambini piccoli e anziani. Ne risentono soprattutto i primi, spesso a contatto con divani, tappeti e indumenti impregnati di nicotina.
Le ricerche sul fumo di terza mano
Conoscere esattamente l’effetto di un elemento nocivo sulla salute è sempre un’impresa ardua. Le variabili sono troppe e ogni organismo manifesta reazioni specifiche e personalissime alla contaminazione degli ambienti. Questo accade anche per i danni del fumo di sigaretta.
Tra gli effetti già noti della esposizione al fumo di terza mano troviamo danni al fegato e ai polmoni, iperattività, caduta capelli, tempi lungi di rimarginazione delle ferite. Ma non solo. La ricerca condotta su alcuni topi di laboratorio esposti ad ambienti ricchi di fumo di terza mano ha però rivelato scenari preoccupanti. Le cavie hanno sviluppato stress ossidativo cellulare, iperglicemia, insulino-resistenza.
I fattori da ultimo menzionati possono provocare il diabete di tipo 2 e in ogni caso portano un deterioramento più o meno grave delle condizioni di salute dei più deboli, esposti ai danni del fumo di terza mano e privi di protezione rispetto alla contaminazione.
Come sempre c’è da augurarsi che le nuove scoperte siano divulgate il più possibile e diventino la base di nuove campagne antifumo. Infatti, nonostante l’allarme dei pediatri le persone informate dei danni del fumo di terza mano sono ancora poche, aggirandosi su circa il 65% dei non fumatori e il 43% dei fumatori.
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