Disturbi visivi sindrome visione digitale

In tempi di Coronavirus e con la maggior parte della popolazione mondiale rinchiusa in casa, non siamo mai stati così incollati ai nostri display. Che sia per lavoro, per connetterci con gli amici o rilassarci, il nostro tempo trascorre a guardare lo schermo di computer, smartphone e televisori. La conseguenza? Sempre più persone lamentano disturbi visivi e fastidi legati alla visione digitale.

I dati non sono confortanti: le stime attuali suggeriscono che gli adulti trascorrono più di 13 ore al giorno davanti a uno schermo. Dal canto loro i bambini in quarantena, esclusi dalla frequenza fisica della scuola, ricorrono maggiormente a laptop e tablet per lezioni online e intrattenimento di ogni tipo.

Disturbi della vista più o meno gravi sono inevitabili a causa delle nostre nuove abitudini che probabilmente si struttureranno per molto più tempo sullo schermo anche nel prossimo futuro. Gli esperti in materia affermano che è importante imparare come proteggere i nostri occhi dallo schermo e dalla sofferenza che li colpisce inevitabilmente.

Disturbi visivi e sindrome della visione digitale

Sebbene non vi siano ancora prove certe di danni oculari a lungo termine a causa dell’uso prolungato di dispositivi elettronici, certamente tutti noi lamentiamo qualcuno dei disturbi visivi tipici di questa abitudine. Sintomi come visione offuscata, affaticamento degli occhi, secchezza o irritazione degli occhi e conseguente mal di testa rappresentano un insieme di problemi alla vista che si collocano entro un preciso quadro.

Arriva dal dottor Raj Maturi, portavoce clinico dell’American Academy of Ophthalmology e specialista della retina, la definizione dell’insieme di questi sintomi come “sindrome della visione digitale“. Ma cosa fare?

1. Nuovi disturbi visivi e strategia 20-20-20

Insieme ai medici del Moorfield Eye Hospital, lo scienziato ha raccomandato un approccio molto particolare definito 20-20-20. In breve, per ogni 20 minuti trascorsi a uno schermo devi fare una pausa e guardare 20 cm davanti a te per 20 secondi.
“Quando stai guardando un obiettivo vicino, i tuoi occhi stanno allenando soltanto un muscolo in quel momento; guardare in lontananza può allentarlo”.

2. Non dimenticare di battere le palpebre

Non è solo l’uso dello schermo in sé, ma è svolgere un lavoro da vicino che affatica i nostri occhi e provoca disturbi della vista di una certa importanza. Il dott. Maturi ha affermato che guardare dispositivi luminosi può farci battere le palpebre molto meno del normale; e questo, in breve, lascia i nostri occhi asciutti.
“Quando guardiamo oggetti luminosi, sbattiamo le palpebre di meno. È comportamentale. Quindi possiamo allenarci a sbattere le palpebre più spesso e stringerle completamente”.

Se soffri già di secchezza oculare, è fortemente raccomandato l’uso di lacrime artificiali. Dal Moorfields Eye Hospital arriva anche il suggerimento di utilizzare un umidificatore, oltre ad assicurarsi che la postazione di lavoro sia impostata correttamente.

3. Posizione dello schermo

Ancora qualche dritta. La parte superiore dello schermo del computer dovrebbe essere in linea con gli occhi e a distanza di circa 18-30 pollici da dove sei seduto e leggermente inclinato all’indietro.

Anche la dott.ssa Rachel Bishop, portavoce del National Eye Institute, ha sottolineato che la posizione dello schermo è importante per prevenire disturbi visivi e rilassare gli occhi. “Se guardi in basso, allora la palpebra si chiude un po’ e non stai subendo molta evaporazione – il che può aiutare a prevenire gli occhi asciutti. Se guardi in alto, l’occhio si asciuga molto più velocemente”.

4. Disturbi visivi e cura dell’ambiente

Altri passaggi che è possibile eseguire includono l’oscuramento delle luci circostanti in modo che lo schermo sia più luminoso rispetto all’ambiente; da non trascurare inoltre la regolare pulizia del monitor per evitare l’accumulo di polvere, che può oscurare lo schermo e causare irritazione agli occhi, congiuntivite e problemi alla vista di una certa gravità.

Se i disturbi visivi continuano anche dopo aver apportato queste correzioni, gli esperti raccomandano di chiedere il parere di un oculista. Potrebbe infatti trattarsi di sintomi di disturbi della vista non corretti come la miopia o l’astigmatismo.

Inoltre, se hai superato i 30 anni e non riesci a vedere un oculista a causa del lockdown, puoi sempre rivolgerti ad un buon negozio di ottica; in alternativa, potresti provare degli occhiali da lettura anche in farmacia. Il muscolo responsabile della messa a fuoco negli occhi, infatti, cambia con l’età. “Puoi concentrarti da vicino quando hai vent’anni senza problemi; ma questa capacità diminuisce con l’età”.

Secondo la dott.ssa Bishop, “per le persone che non sono desiderose di avere un appuntamento medico, la prima cosa è provare alcuni occhiali da lettura a bassa resistenza, da banco. Solleva qualcosa per leggere e scegli il numero più basso che riesci a leggere comodamente alla distanza in cui lavori di solito”.

Disturbi visivi e luce blu

Un’altra potenziale preoccupazione è la “luce blu” emessa dai dispositivi digitali. Alcuni studi condotti su un tipo particolare di moscerino hanno rilevato che non solo la lunga esposizione alla luce blu fa male agli occhi, ma accelera il processo di invecchiamento. Secondo i recentissimi studi del dott. Maturi la luce blu influisce sul nostro orologio corporeo, più che sulla visione. In ogni caso è un fattore a cui bisogna prestare la dovuta attenzione, soprattutto per i bambini che possono esserne facilmente iperstimolati.

“Quando usciamo guardiamo un cielo blu; quella è luce blu”, ha detto. “Il problema con la luce blu è di notte. Può ritardare la capacità di dormire rapidamente”. L’ideale sarebbe che le persone attivino sui propri dispositivi la modalità notturna o utilizzino e-reader con schermi che somigliano più a un libro cartaceo. Anche gli occhiali anti luce blu possono rappresentare valida soluzione per riposare gli occhi ed evitare l’effetto della luce blu sulla vista.

Bambini e sindrome della visione digitale

Non solo. Per proteggere gli occhi dei bambini, i genitori dovrebbero incoraggiarli a trascorrere più tempo possibile all’esterno. Negli ultimi due decenni si è assistito ad un massiccio aumento della miopia tra i bambini, come rivelato da studi accreditati. Sebbene gli scienziati non siano d’accordo su cosa abbia causato questo aumento e sull’esistenza di un collegamento con l’uso dello schermo, tutti sono concordi che trascorrere del tempo all’aperto, soprattutto nella prima infanzia, può rallentare la sua progressione.

Come ha affermato la dottoressa Bishop, “dovremmo sapere di più tra pochi anni quando la ricerca fornirà maggiori risposte. Certamente il dilemma si pone oggi più che mai; la scuola è sullo schermo, la vista sociale dei bambini è sullo schermo, i loro giochi sono su uno schermo”. E se a questo aggiungiamo altri disturbi come la cervicale da smartphone o Text neck, le ricadute delle nuove abitudini sulla salute generale non sembrano dare prospettive di miglioramento.

Insomma, la ricerca è ancora giovane ma sarà necessario studiare meglio le abitudini digitali e rapportarle ai disturbi visivi presenti soprattutto nei bambini. Sarà certamente necessario adottare i provvedimenti utili ad evitare che le nuove generazioni subiscano quella che sembra la condanna annunciata ad un futuro di deterioramento della salute dei loro occhi.

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